lunedì 14 marzo 2011

Oltre l'opinabile - Parte Seconda

Mi riaggancio al primo ed ultimo post del mio blog per continuare un discorso che andava sviluppandosi in maniera sin troppo sincopata nel mio pensiero già giovedì scorso. Dopo un focus sull'Abbott e la sua Flatland, esploravo i meandri della quarta dimensione, fantasticando su tetraspazio e viaggi nel tempo. Si tratta un po' di quei pensieri che come dice il titolo di questi due post, vanno "oltre l'opinabile". Quello che mi trovo a constatare è che la mia mente è totalmente incapace di andare oltre una certa soglia, come se un Velo di Maya tenesse la mia coscienza lontana dalla totale percezione di una realtà, lasciandomi in una condizione di angoscia e all'estrema ricerca del Moksha; come se vedessi delle ombre sulla parete di una caverna e non potessi in alcun modo decifrare le loro voci echeggianti; come se fossi troppo stupido per concepire ciò che non sono mai stato educato ad immaginare. Dopo essermi perso in questi pensieri esistenziali passo qualche minuto di reale smarrimento e paura che poi cessano subito quando mi rendo conto che è la condizione umana e devo farci l'abitudine oppure impazzire.
La parte che mi affascina di più di un viaggio nel tempo è la filosofia che lo accompagna, non tanto le teorie fisiche secondo le quali sia possibile o no. Infondo, secondo un simpatico ragionamento, non è necessario costruire la macchina del tempo per averla, ma è del tutto sufficiente progettarla. Se il tuo progetto è valido allora ci penserà il futuro a raccoglierlo, farne una macchina del tempo e tornare al tuo tempo per dirti "ehi inventore, ce l'abbiamo fatta!". Pensate un po': come termini di progettarla e come arrivano ad annunciarti che è fatta, altro che Pizza Runner! Tuttavia non sarebbe possibile che qualcuno torni indietro nel tempo fino a "prima della progettazione", nessuno può giungere dal futuro ad informarci che la macchina del tempo è stata fatta prima ancora che noi la progettiamo, cioè prima ancora che si scateni l'evento su una linea temporale immaginaria che permetta di generare nel futuro di quella linea temporale, una macchina del tempo. Ci si può perdere per ore dietro a simili ragionamenti e alla fine trovo sempre a domandarmi se la linea temporale è unica ed universale e quindi alterabile, oppure se sono infinite e parallele. 
Se fossimo in grado di giungere nel passato, ogni nostra azione potrebbe causare la nascita di una nuova linea temporale, di un intero nuovo universo. In seguito ad ogni nostro respiro si genererebbero realtà alternative: "una farfalla batte le ali a Pechino e a New York arriva la pioggia". E' incredibile cosa può fare il caos. La teoria del multiverso (vale a dire l'insieme degli infiniti universi paralleli) ha permesso di giustificare la possibilità dei viaggi nel tempo di fronte al "Paradosso del nonno": un giovane viaggia indietro nel tempo ed uccide suo nonno. Questo dovrebbe causare la sua stessa inesistenza, ma se lui non è mai esistito non può aver compiuto quell'azione, perciò questo è impossibile. Secondo la teoria del multiverso nel momento in cui il giovane viaggia all'indietro crea un universo parallelo plasmabile a proprio capriccio. Assumendo che l'universo sia uno soltanto allora ci si trova di fronte ad un'antinomia. Una possibilità è che il viaggio nel tempo sia possibile, ma che le conseguenze che esso stesso produce siano quelle che hanno, nel futuro, scatenato il viaggio nel tempo. Il passato in tal modo sarebbe immutabile e il viaggio nel tempo inutile e fine a se stesso. Questo è meglio conosciuto come il principio di auto consistenza di Novikov. Stephen Hawking invece suggerisce che per ragioni che non conosciamo ancora ci è totalmente impedito, in ogni sua forma, il viaggio nel tempo. Si tratta della Congettura di protezione temporale. 
Ovviamente io sinora ho parlato soltanto di viaggi nel passato, poichè per quanto possa sembrare impossibile i viaggi nel futuro sono molto più semplici e la stessa fisica einsteiniana li permette senza alcun paradosso. Si ricordi in proposito il Paradosso dei Gemelli. Possiamo vedere il nostro futuro ogni giorno quando ci specchiamo. Il nostro specchio ci restituisce un'immagine più vecchia di qualche millesimo di secondo. La criogenia, tutt'ora è fantascienza solo a livello tecnico, non filosofico. Insomma per la filosofia del viaggi nel tempo è molto più semplice fare un salto nel futuro che tornare a visitare il passato. E questa considerazione potrebbe generare una serie di osservazioni sul libero arbitrio e il destino che preferisco ignorare prima che il mio cervello si trasformi in una bella frittata di neuroni. 
Con questo piccolo intervento non volevo insegnare niente a nessuno, ma limitarvi a stuzzicare la fantasia di chi si trovi a leggerlo; ecco quindi qualche libro e film che possono interessare:
Déjà-vu - corsa contro il tempo
Timeline - Michael Crichton e film
La macchina del tempo - Wells
Dal Big Bang ai Buchi Neri - Stephen Hawking
Donnie Darko
The Butterfly Effect
Il pianeta delle scimmie



Lapo

Nessun commento:

Posta un commento