martedì 2 ottobre 2012


C'era una libreria nella quale ho vissuto alcuni dei momenti più belli della mia vita di liceale. Era la libreria dove volevo comprare ogni libro, fosse anche che lo trovavo benissimo pure all'edicola sotto casa. Era la libreria dove se avevo un attimo mi fermavo per fare un giro a scoprire libri e autori e se quell'attimo non ce l'avevo me lo ritagliavo
anche a costo di arrivare in ritardo da qualche parte. Inutile dire che se si faceva forca a scuola per l'intera giornata o per le prime ore, andavamo lì per fare colazione al bar della libreria leggendo un libro o facendo finta di studiare qualcosa. Ricordo decine di compiti in classe preparati su quei freddi tavoli di metallo. Ho sognato di lavorarci a volte. I dipendenti potevi salutarli come saluti un normale conoscente, sempre sorridenti e sempre disponibili. Quella libreria è stata teatro di così tante storie, così tante risate e cioccolate calde con gli amici che non ci sarebbe spazio per raccontarle su questa bacheca. E' stata un pezzo consistente della mia adolescenza. Non era solo una libreria, o un bar, era un rifugio, una seconda casa, era un mondo da scoprire. Per molti sarà stato solo un negozio come tanti, ma per me era qualcosa di più. Ricordo di ogni singolo momento in cui ho comprato un libro lì dentro...l'avvicinamento...leggere la quarta di copertina...sfogliare le prime pagine...quel desiderio stupido di andare a leggere le ultime parole...poi guardi il prezzo e cominci a pensare che se lo compri alla mamma potrai sempre rinfacciare che son soldi spesi in cultura...e alla fine te ne esci fiero del tuo nuovo acquisto.
Si potrebbero scrivere libri sulla bellezza di leggere libri e sul rito della lettura per ognuno di noi, ma di certo non sono abbastanza bravo per farlo. Però oggi ho voluto ricordare cosa è stata per me la Libreria Martelli. Potrò sembrare pomposo o esagerato ma è uno dei luoghi che mi porterò per sempre nel cuore.
Ovviamente non è un caso che ne parli oggi, a pochi giorni dall'annuncio della chiusura della Libreria Edison e credo che il mio pensiero sulla Martelli sia facilmente compreso da chi in questo momento sta perdendo la propria libreria...

martedì 24 luglio 2012

Research Highlights - Selezionati dalla letteratura scientifica

Rubo il titolo direttamente da Nature, che intitola così una sua rubrica. E rubo inoltre anche i contenuti.      Niente di straordinario: riporto qualche notizia e focus su scoperte scientifiche fatte negli ultimi mesi e che spesso passano inosservate dietro alla grande mole di spazzatura che gira sul web. Qualcuno potrebbe anche trovarle interessanti e divertirsi a leggere.
Queste sono prese da Nature del 24 Febbraio 2012.

Lilliputian lizards come to light 
I Lillipuziani esistono, ma non sono dei piccoli uomini che popolano un'isola, bensì minuscoli rettili della famiglia dei Camaleontidi. Se volete cercarli sul web il nome della specie è Brookesia Micra. Pensate che l'adulto non arriva a superare i 3 cm di lunghezza, ma niente paura non rischierete di trovarveli nei calzoni finché non andrete a farvi un giro nelle foreste del Madagascar Settentrionale. Piccoli e mimetici si sono tenuti nascosti per un bel po' visto che evolvettero tra i 10 e i 20 milioni di anni fa.

Restore mi beating heart
Le staminali potrebbero essere una via per la cura dei pazienti reduci da attacchi di cuore. Lo studio di Eduardo Maraban, del Cedar-Sinai Heart Institute a Los Angeles è stato condotto solo su 17 pazienti ma ha mostrato risultati sorprendenti seppur contraddittori. I pazienti sono stati sottoposti a infusioni di cellule staminali cardiache, derivate da colture di staminali prelevate dagli stessi pazienti, e a distanza di 6 mesi, i soggetti infusi, hanno dimostrato una riduzione del tessuto cicatriziale del 28% rispetto a chi non aveva ricevuto il trattamento. Tuttavia i soggetti non hanno mostrato un miglioramento di alcune funzioni cardiache come ad esempio il volume di sangue pompato fuori dal ventricolo sinistro ad ogni battito.

Loss-of-funcion found in droves
Daniel McArthur che lavora al Wellcome Trust Sanger Institute a Hinsxton, UK, insieme ai suoi colleghi ha realizzato uno studio analizzando 185 genomi e ha registrato che un individuo medio porta un totale di circa 100 LoF di cui 20 che inattivano entrambe le copie del gene. Le LoF sono mutazioni genetiche che portano come dice il nome alla perdita della funzione del gene stesso. Esistono anche mutazioni che incrementano la funzione, che la diminuiscono o che la cambiano in qualche modo; queste particolari mutazioni, molto comuni evidentemente, portano alla totale perdita della funzione e sono ancor più gravi quando si presentano su entrambe le copie del gene presenti nelle cellule dell'individuo. Ovviamente la maggior parte delle mutazioni che sono riportate dello studio si verificano su geni non essenziali.
La replicazione del DNA e l'espressione genica sono meccanismi imperfetti e sottoposti ad agenti mutageni esterni che portano al verificarsi di errori continuamente durante il lavoro delle cellule. Questo studio rende un'idea di come l'evoluzione abbia rafforzato il nostro genoma rendendolo più resistente a certi errori e danni che gli vengono inflitti. Anche se un individuo medio va incontro ad almeno 100 LoF, la vastità del genoma umano permette che queste cadano su geni che non sono vitali per l'uomo e di cui spesso non si sente assolutamente la mancanza.

The fate of the Y chromosome
Secondo uno studio condotto da Jennifer Hughes e coll. il cromosoma Y non è destinato ad estinguersi. Gli scienziati in questione hanno raccolto informazioni sull'evoluzione del genoma di alcuni nostri parenti primati che condividono la nostra linea evolutiva e hanno trovato che nel tempo il cromosoma Y ha mantenuto solo il 3% dei geni del suo antenato ancestrale (un autosoma, vale a dire un cromosoma non sessuale). Il cromosoma Y è 5 volte più piccolo del cromosoma 1, il cromosoma più grande del cariotipo umano e tre volte più piccolo del cromosoma X. La maggior parte dei geni dell'Y si trova nella regione SRY che codifica per proteine che inducono verso la 4-5 settimana la differenziazione delle cellule del Sertoli (che guidano la spermatogenesi) e dunque lo sviluppo in senso maschile. L'evoluzione ha favorito la tecnica di determinazione sessuale umana (in molti vertebrati mancano i cromosomi sessuali e la determinazione del sesso è data da fattori ambientali o di sviluppo) sfavorendo tutte le mutazioni a carico di SRY che dunque si è conservato a lungo. Infatti durante l'evoluzione è nata la NRY (regione non ricombinante dell'Y) che appunto evita il fenomeno della ricombinazione: questa regione ovviamente comprende la SRY. Durante l'evoluzione l'Y avrebbe mantenuto solo 19 degli oltre 600 geni che condivideva col suo partner ancestrale e si potrebbe credere che una volta che sull'Y sarà rimasta soltanto l'SRY, questo gene potrebbe essere traslocato sull'X in toto, portando alla scomparsa del cromosoma. Tuttavia quest'ultimo salto sembra improbabile perchè i meccanismi di replicazione del DNA sembrano impedire severamente la perdita di ulteriori geni del cromosoma Y umano. Infatti anche guardando all'evoluzione del genoma si trova conferma. Nonostante fino a 30 milioni di anni fa si sia avuto un vero e proprio "sgretolamento" dell'Y, che ha portato alla perdita della gran parte dei geni, studiando il Macaco rhesus che 25 milioni di anni fa si separò dalla nostra linea evolutiva e lo scimpanzè che si separò 6 milioni di anni fa, si è registrata una sorprendente conservatività dell'Y con la perdita di un unico gene in così tanto tempo. Questo porta oggi a supporre che il fato dell'Y è di conservarsi e non estinguersi.

martedì 29 novembre 2011

Assignment 6-2 - La (mia) scoperta di PubMed

PubMed è incredibile!

Ogni tanto riemergo dai libri di biochimica, anatomia ed istologia e con piacere porto avanti questo modestissimo blog. C'è da dire che di progetti ce ne sono anche troppi che mi frullano per la testa. Ci sarebbe questa cosa di raggiungere la laurea in capo a 4-5 anni che dovrebbe avere tutte le priorità del caso. Poi c'è la pallanuoto: da quella clorosa vasca d'acqua non posso star lontano più di due o tre giorni. E poi ci sono le novità: c'è questo progetto letterario che sto portando avanti insieme ad alcuni amici che è passato a fare da sfondo ad un'altra idea più sociale e ma non diversamente ambiziosa. Dopo aver preso contatto con l'assessorato alla cultura del comune di Signa, abbiamo messo su un'associazione culturale che dovrebbe occuparsi come primo progetto dell'organizzazione di un cineforum. L'associazione ha ormai del tutto preso forma ed entro la fine della settimana dovrei muovermi a livello burocratico per consegnare tutte le scartoffie necessarie al comune. Tanta soddisfazione. Milioni di cose da fare: lista dei film, preparare le presentazioni dei film, creare il blog dell'associazione, creare la pagina facebook, aggiornare e tenere in vita quest'ultime due, preparare i volantini, preparare i manifesti, cercare nuovi affiliati, iniziare a spargere la voce e, non ultima, mettere d'accordo 10 prime donne (il gruppo di amici con i quali sto lavorando alla cosa).
Il progetto letterario aveva anch'esso carattere cinematografico in parte e potrebbe avanzare nell'ombra del cineforum ed evolversi anche. Tutto da vedere. Niente di definito. Non se ne può parlare.
Sto divagando. In tutto questo c'è qualcos'altro. Mi sono ricordato che sono uno studente di medicina e che amo la scienza, specialmente quella medica, ancor più la genetica, volendo scendere nello specifico.
Giorni fa ho letto il secondo assignment e mi si è accesa una lampadina. VOGLIO ABBONARMI AD UNA RIVISTA SCIENTIFICA. Fa bene al mio inglese e fa bene alla mia carriera (carriera? quella di lavapiatti è ben più probabile). E poi mamma e papà non dicono mai di no a piccole spese in favore della cultura. Si sono fatti un po' pregare ma alla fine questa sera avrò il mio abbonamento alla rivista "Nature".
Quando alle scuole medie dissi alla mamma che Focus non mi piaceva più e volevo Nature, fu un duro colpo scoprire che in edicola non c'era. Insomma Watson e Crick scrissero della scoperta del DNA su Nature: questo faceva di Nature un Focus alla decima potenza ai miei giovani occhi. Non che non c'avessi azzeccato, ci mancherebbe, tuttavia sottovalutavo la difficoltà di una lettura come quella per un ragazzino di 12 anni che a mala pena era in grado di presentarsi in lingua inglese e poco più.
Poi gli anni passano ed è molto più importante pregare i genitori per avere il motorino, la tavola da surf, un viaggio con gli amici, i soldi per portare fuori a cena la ragazza...e infine si arriva all'università dove è più facile ritrovare quell'innocente amore per la cultura che talvolta alcuni ragazzini hanno.
Come dicevo è stato PubMed ad accendere la lampadina, ma non solo. Ultimamente mi sono ritrovato a sottolineare con un evidenziatro fucsia tutte le volte che su uno dei libri che sto studiando riscontro frasi come: "ma nonostante gli sforzi ancora non si sono riuscite a capire le ragioni scientifiche di tale fenomeno" oppure "tuttavia questo testo è inadatto ad approfondire l'argomento trattato" o anche "adesso le cose stanno così ma è probabile che quando questo libro sarà pubblicato saranno già state fatte scoperte molto più significative in merito". Insomma è tutto così vecchio o così povero! (poi sono il primo che si addormenta sul libro quando viene il momento di memorizzare formule e dati prima dell'esame). Però lì per lì resto con l'amaro in bocca. Come quei film dove c'è il finale aperto. Proprio non li sopporto. Prendi una posizione! Che diamine! Divago: come al solito. Però il paragone calza. Forse.

Comunque potevo anche accontentarmi di PubMed che per inciso ha un metodo di ricerca così fine ed efficace che non avevo riscontrato in nessun altro sito internet, tuttavia adoro il cartaceo e le collezioni e non ho saputo rinunciare al mio abbonamento annuale a Nature!
Per tutti i colleghi che volessero sottoscriverlo, questi sono i semplici passi: andare sul sito di "Nature", lo si trova cercandolo su google; cliccare "subscribe" in una barra in alto a destra; completare il tipo di iscrizione (quella per studenti; quella per l'Italia); proseguire inserendo i propri dati e poi i dati della propria carta di credito. Prezzo di circa 150 euro per 51 numeri online e stampati.
Un ottimo acquisto secondo me! ;-)

domenica 23 ottobre 2011

Le Torri di Cenere - George R.R. Martin

Al libro di Martin ho dato 3 stelle. 3 su 5 è una sufficienza ampia. D'altronde con questo sistema di votazioni non esiste poter dare la sufficienza precisa. Ma anche avendone la possibilità questo libro era sicuramente da 3 e non da 2 e mezzo.
Le Torri di Cenere è la storia della solitudine in ogni sua sfaccettatura. Martin esplora le profondità dell'anima e riesce a cogliere sentimenti rari ed emozioni raffinate. Tuttavia non si possono scrivere 10 storie o racconti meravigliosi.
Le Torri di Cenere tocca il punto più alto con "Canzone per Lya" e "Le solitarie canzoni di Laren Dorr", e tocca invece il punto più basso della raccolta con "...e ricordati sette volte di non uccidere mai l'uomo".
Da segnalare anche "L'eroe" e "L'uscita per Santa Breta", altre due storie di buona qualità.
Nelle pagine del libro trovano spazio anche altri temi evidentemente cari a Martin: ad esempio ho colto il racconto "Al mattino cala la nebbia" come una metafora dell'industrializzazione e del progresso che distruggono il misticismo e la fantasia.
In "L'eroe" Martin paventa la pericolosità di un regime militare in cui l'uomo-soldato è addestrato come una macchina in funzione unica della guerra e della conquista.
Aspetto speculare ma non identico si riscontra in "La città di pietra" dove un uomo resta prigioniero della burocrazia e della discriminazione in un pietroso pianeta lontano dimenticato da tutti. E alla fine, solo il sogno, gli potrà restituire ciò di cui era stato privato.
Molto interessante la visione che in "Fioramari" Martin presenta dell'organizzazione delle famiglie. L'autore nell'immaginare una nuova realtà non si ferma al semplice, ma scende nel sofisticato e genera un nuovo modo di intendere la famiglia e l'organizzazione di una comunità in un luogo dove le intemperie decidono della vita degli uomini molto più spesso delle guerre.

lunedì 26 settembre 2011

La sete di risultati

Leggendo il primo articolo suggerito dal prof. Formigoni Why so much medical research is rot mi è venuto spontaneo pensare alla causa di questa situazione. Assumendo che chi si occupa di ricerche scientifiche debba possedere una conoscenza basilare delle leggi statistiche che le regolano e qundi conoscere quale sia il corretto modo di procedere, ci deve necessariamente essere una ragione intrinseca che porta illustri ricercatori a commettere l'errore evidenziato dal Dr.Austin. La causa è forse da ricercare nella crescente competitività del settore? Ho l'impressione che i ricercatori, il cui lavoro spesso non è sufficientemente sovvenzionato e tantomeno retribuito siano sottoposti ad una stressante ricerca di risultati che spesso li porta a diminuire il tempo impiegato nello studio delle loro ipotesi fermandosi alle apparenze. La società moderna ti seleziona sempre più non in base alle tue competenze ma spesso in base alla rapidità e questo avviene sin dai primi passi della tua carriera di scienziato. E' stupido negare che la velocità sia sovente un requisito importante ed utile, ma ho l'impressione che spesso, in una "società dell'apparenza" come quella in cui viviamo, la velocità prenda il sopravvento sulla qualità. Questo per una legge non scritta che recita: "se presenti un risultato, giusto o sbagliato che sia, sei sicuramente un passo avanti a chi non lo presenta affatto".
Questo fin quanto potrà giovare alla ricerca? Quanti fondi e tempo sprecato ci costerà?

Lapo Maranghi.

venerdì 25 marzo 2011

Winter is Coming

L'inverno sta arrivando!
No, non ho sbattuto la testa, sono ben consapevole che l'inverno è appena trascorso e la primavera è alle porte. Tuttavia l'Inverno sta arrivando e sarò un lungo e tormentato inverno. La guerra per il Trono di Spade sta gettando le sue fondamenta.
Si tratta del nuovo telefilm prodotto da HBO. Il primo episodio sarà trasmesso il 17 aprile negli States. La storia è ispirata al romanzo "A Game of Trhones" di George R.R. Martin, primo libro della collana "Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco" ancora da ultimare. Il progetto promette grandi cose, su youtube si possono trovare i trailer e teaser e qualche speciale "dietro le quinte". C'è grande agitazione tra i fans di Martin anche perchè tra l'altro il 2011 sarà un anno di svolta non solo per il telefilm ma anche per il proseguo della collana; sembra infatti che il 12 Luglio sia la data ultima fissata per l'uscita del quarto episodio, "A dance with dragons", libro tormentato da numerosi problemi e rinvii di pubblicazione. Ma finalmente, sembra, ci siamo!
Martin è un maestro dell'intreccio e dell'introspezione. La trama è un groviglio sorprendente che coinvolge a rotazione più di 15 protagonisti. Difficile individuare un unico protagonista, quasi impossibile non affezionarsi a più di uno dei narratori e di rado tutti i personaggi che si amano restano in vita. Nel mondo creato da George Martin, la lotta per il trono miete molte vittime e la vita è facile a perdersi, soprattutto quando meno te l'aspetti. Tra tradimenti, intrighi, eroi e antichi valori, gli eroi e gli antieroi delle "cronache" vi trascineranno in un'appassionante guerra alle soglie del fantasy. In una trama dove niente è bianco e nero, ma vi sono mille sfumature di grigio a spiegare la vera natura della realtà. Martin dice che il diavolo, si annida nei dettagli. E in un libro di questa magnitudine di diavoli ce ne sono a bizzeffe e ognuno è pronto a fregarti se non gli presti la dovuta cura ed attenzione. Grazie a lettori, amici e fidati conoscitori della fantasia Martin lotta nella realizzazione della sua opera contro quei diabolici dettagli e finora ha svolto un ottimo lavoro; spero solo che i prossimi tre libri delle "Cronache del Ghiaccio e del Fuoco" mettano in scena un finale degno dei primi passi della vicenda. E spero soprattutto che il telefilm sia un progetto di grande qualità come sembra...per ora i presupposti migliori ci sono tutti, non resta che attendere ancora un po'!

lunedì 21 marzo 2011

Viva l'Italia

Viva l'Italia, Francesco De' Gregori, 1979...
Dalle ceneri della dittatura la rinascita di una nazione che per la prima volta si confronta con la democrazia...