lunedì 26 settembre 2011

La sete di risultati

Leggendo il primo articolo suggerito dal prof. Formigoni Why so much medical research is rot mi è venuto spontaneo pensare alla causa di questa situazione. Assumendo che chi si occupa di ricerche scientifiche debba possedere una conoscenza basilare delle leggi statistiche che le regolano e qundi conoscere quale sia il corretto modo di procedere, ci deve necessariamente essere una ragione intrinseca che porta illustri ricercatori a commettere l'errore evidenziato dal Dr.Austin. La causa è forse da ricercare nella crescente competitività del settore? Ho l'impressione che i ricercatori, il cui lavoro spesso non è sufficientemente sovvenzionato e tantomeno retribuito siano sottoposti ad una stressante ricerca di risultati che spesso li porta a diminuire il tempo impiegato nello studio delle loro ipotesi fermandosi alle apparenze. La società moderna ti seleziona sempre più non in base alle tue competenze ma spesso in base alla rapidità e questo avviene sin dai primi passi della tua carriera di scienziato. E' stupido negare che la velocità sia sovente un requisito importante ed utile, ma ho l'impressione che spesso, in una "società dell'apparenza" come quella in cui viviamo, la velocità prenda il sopravvento sulla qualità. Questo per una legge non scritta che recita: "se presenti un risultato, giusto o sbagliato che sia, sei sicuramente un passo avanti a chi non lo presenta affatto".
Questo fin quanto potrà giovare alla ricerca? Quanti fondi e tempo sprecato ci costerà?

Lapo Maranghi.